UNA BELLISSIMA POESIA di Daniela Viola
⌚ Sono passati giorni da quando il Presidente del Consiglio, Giuseppe
Conte, ha firmato l’8 Marzo 2020 il DCPM recante misure restrittive per il contenimento e il contrasto
del diffondersi del virus sull'intero territorio nazionale.
💼 E così alcune aziende, compresa la mia, hanno incominciato a mettere in 💻Smartworking 💻, o in ferie forzate, i propri dipendenti…una situazione
d’emergenza in cui, però, nessuno di noi è abituato a vivere!!!
📆 Da quel giorno, quindi, siamo costretti a rimanere
in casa, alienati, uscendo solo in caso di necessità o per passeggiare nei
parchi, tipo l’ora d’aria nei carceri…ma dopo la firma di un ulteriore DCPM
pubblicato l’11 Marzo, la situazione peggiora.
📌 Le restrizioni aumentano, il CORONAVIRUS idem e la
paura e la disperazione incomincia a diffondersi dentro di noi!!!
💡 Ma all'improvviso, qualcosa è cambiato…la forza
degli Italiani è uscita fuori come un ruggito di un leone!!!! 🐯
🎯Così…tra i vari momenti di puro “cazzeggio” sui
Social Network, tra i vari momenti di contatti virtuali con amici e parenti
tramite WhatsApp o Skype - solamente per cercare un ulteriore contatto umano
oltre le quattro mura di casa – e tra i vari Flashmob musicali sui balconi di
casa…mi sono imbattuta in una poesia bellissima di Daniela Viola.
Un inno alla VITA…alla SPERANZA…al
CAMBIAMENTO POSITIVO… nonostante questo momento così surreale!
👉 E allora vi presento 11 MARZO
2020…ricordandovi che ANDRÀ TUTTO BENE perché sarà così che finirà!!!!!👈
11 Marzo 2020di Daniela Viola
Era l’11 marzo del 2020, le strade erano vuote, i negozi chiusi, la gente non usciva più.Ma la primavera non sapeva nulla.Ed i fiori continuavano a sbocciareEd il sole a splendereE tornavano le rondiniE il cielo si colorava di rosa e di bluLa mattina si impastava il pane e si infornavano i ciambelloniDiventava buio sempre più tardi e la mattina le luci entravano presto dalle finestre socchiuseEra l’11 marzo 2020 i ragazzi studiavano connessi a GsuiteE nel pomeriggio immancabile l’appuntamento a tressetteFu l’anno in cui si poteva uscire solo per fare la spesaDopo poco chiusero tuttoAnche gli ufficiL’esercito iniziava a presidiare le uscite e i confiniPerché non c’era più spazio per tutti negli ospedaliE la gente si ammalavaMa la primavera non lo sapeva e le gemme continuavano ad uscireEra l’11 marzo del 2020 tutti furono messi in quarantena obbligatoriaI nonni le famiglie e anche i giovaniAllora la paura diventò realeE le giornate sembravano tutte ugualiMa la primavera non lo sapeva e le rose tornarono a fiorireSi riscoprì il piacere di mangiare tutti insiemeDi scrivere lasciando libera l’immaginazioneDi leggere volando con la fantasiaCi fu chi imparò una nuova linguaChi si mise a studiare e chi riprese l’ultimo esame che mancava alla tesiChi capì di amare davvero separato dalla vitaChi smise di scendere a patti con l’ignoranzaChi chiuse l’ufficio e aprì un’osteria con solo otto copertiChi lasciò la fidanzata per urlare al mondo l’amore per il suo migliore amicoCi fu chi diventò dottore per aiutare chiunque un domani ne avesse avuto bisognoFu l’anno in cui si capì l’importanza della salute e degli affetti veriL’anno in cui il mondo sembrò fermarsiE l’economia andare a piccoMa la primavera non lo sapeva e i fiori lasciarono il posto ai fruttiE poi arrivò il giorno della liberazioneEravamo alla tv e il primo ministro disse a reti unificate che l’emergenza era finitaE che il virus aveva persoChe gli italiani tutti insieme avevano vintoE allora uscimmo per stradaCon le lacrime agli occhiSenza mascherine e guantiAbbracciando il nostro vicinoCome fosse nostro fratelloE fu allora che arrivò l’estatePerché la primavera non lo sapevaEd aveva continuato ad esserciNonostante tuttoNonostante il virusNonostante la pauraNonostante la mortePerché la primavera non lo sapevaEd insegnò a tuttiLa forza della vita.